Desmond Tutu: la mia preghiera al popolo di Israele: liberatevi liberando la Palestina

24 agosto 2014

  

Nelle ultime settimane, membri della società civile del mondo intero hanno lanciato azioni senza precedenti contro le risposte brutali e sproporzionate di Israele al lancio di razzi dalla Palestina. Se sommiamo tutti i partecipanti alle manifestazioni dell’ultimo weekend per chiedere giustizia in Israele e Palestina – a Cape Town, Washington, New York, Nuova Delhi, Londra, Dublino, Sydney, e in tutte le altre città – troviamo senza alcun dubbio la rappresentazione della più importante mobilitazione dell’opinione pubblica per un’unica causa mai vista nella storia dell’umanità. Un quarto di secolo fa, ho preso parte a manifestazioni contro l’apartheid, che avevano raccolto moltissime persone.

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In difesa della Palestina

La Paz, Stato Plurinazionale della Bolivia, 4 agosto 2014.

 

 

                                             

 

La Rete di Difesa dell’umanità, davanti ai tragici eventi che sta vivendo il fraterno popolo palestinese di Gaza, in accordo con il suo dovere dichiara quanto segue:

Dichiariamo la nostra adesione alle parole del compagno Evo Morales, fondatore della Rete in Difesa dell’Umanità e Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia, quando dichiara Israele come Stato terrorista.

Esprimiamo la nostra condanna assoluta del genocidio subito dal popolo palestinese per mano di uno Stato fondato sull’espropriazione e sull’occupazione coloniale dei territori palestinesi.

Noi riconosciamo ed esprimiamo la nostra solidarietà all’eroica lotta del popolo palestinese e delle sue organizzazioni di resistenza, soprattutto a Gaza, contro il tentativo di Israele di sterminarlo e di strappare i rimanenti brandelli di quello che fu la sua patria.

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Una guerra coloniale

Premessa

I tragici eventi che dallo scorso 8 luglio hanno insanguinato la martoriata Striscia di Gaza acquistano una marcata rilevanza se si pensa alla circostanza che quest’anno si celebra il centesimo anniversario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, che registrò il maggiore tributo di sangue nella storia del nostro continente.

Agli inizi dello scorso secolo il mondo era segnato dallo sfruttamento selvaggio e dal dominio incontrastato delle grandi Potenze europee sulle aree “periferiche” del mondo, Africa, Medio Oriente, Asia, America latina.

Non vi erano limiti alla proiezione di violenza e di arbitrio dei Paesi depositari di una civiltà ritenuta “superiore”. Chi scrive queste note è stato per diversi anni testimone diretto dello spettacolo di rovina e di distruzione lasciato dalle Potenze coloniali, Francia, Belgio, Gran Bretagna ed anche Italia nelle regioni situate a sud delle rive meridionali del Mediterraneo.

Intere comunità portano ancora, anche nei tratti fisici e mentali, lo stigmate delle terribili sofferenze subite che, sotto mutate spoglie, in un quadro politico-istituzionale in sintonia con i tempi, continuano peraltro a caratterizzare la vita di quelli che lo scrittore di lingua francese Frantz Fanon era solito definire “i dannati della Terra”.

Questo era il quadro internazionale nel quale maturarono le condizioni che portarono allo scoppio del primo conflitto mondiale dove lo scontro degli imperialismi generò milioni di morti ed indicibili devastazioni. Una guerra dai tratti di mostruosa disumanità dalla quale scaturirono ulteriori sconvolgenti conseguenze portatrici a distanza di vent’anni di un’altra conflagrazione dagli effetti nefasti per l’immagine e gli stessi interessi dell’Europa.

Ho ritenuto opportuno partire da questa premessa per far comprendere come il tipo di guerre che con implacabile cadenza lo Stato di Israele ha scatenato dalla fine degli anni quaranta contro il popolo palestinese ricalca in larga misura il comportamento delle Potenze coloniali europee contro i “dannati della Terra” fino alla metà del secolo scorso.

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La metropolitana di Gaza

13 agosto 2014

Tel Aviv non ha il metro. E’ qualcosa di cui si sta parlando da decenni. I vari sindaci l’hanno via via promesso. Ma, disgraziatamente, ancora il metro non c’è. Quando l’esercito israeliano è entrato nella Striscia di Gaza e vi ha  trovato un incredibile sistema di tunnel sotterranei, gli è passata un’idea per la testa: perché non invitare Hamas a costruire il metro di Tel Aviv? Loro hanno l’esperienza, la tecnologia, i progettisti e la mano d’opera. Ma questa guerra non è uno scherzo. E’ una tragedia terribile.  Dopo 29 giorni (finora) di lotta, chi ha vinto? E’, naturalmente, troppo presto per trarre conclusioni definitive. Il cessate il fuoco è finito. Ci vorranno mesi e anni per trarre tutte le conseguenze. Ma la saggezza popolare israeliana ha già tirato le proprie conclusioni: è un pareggio. Questa conclusione, in se stessa, è una specie di miracolo.

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Iran. Dove è finito Mahmaoud Ahmadinejad?

Questa era la dittatura di cui ci parlavano gli sciocchi nostrani. Guidati dalle loro letture come “Repubblica” e dalla loro banalità ci parlavano di dittatura e di un feroce dittatore. Oggi che ha perso le elezioni il Presidente Amhadinejad torna al lavoro (con l’autobus). Ce ne sono tanti di uomini così in Italia?

Eletto due volte alla presidenza dell’Iran, compiuto il suo secondo mandato, sconfitto alle ultime elezioni, Mahmaoud Ahmadinejad che cosa fa adesso? Ha ripreso il suo lavoro di professore all’università di Teheran, dove insegna ingegneria.

Eccolo mentre va al lavoro sui mezzi pubblici, come qualunque altro cittadino. Senza auto blu, senza scorta, non disturbato dagli altri passeggeri. Poveramente vestito come al solito.
Naturalmente, l’Iran è una teocrazia demoniaca e irrazionale, non una democrazia come la nostra.
Noi abbiamo la più bella Costituzione del mondo. Ma non ricordiamo di alcun politico italiano che, disfatto alle elezioni, torni alla sua vita lavorativa. Nemmeno il professor Mario Monti è tornato alla Bocconi; ma lì forse il problema è che alla Bocconi, una volta che se ne sono liberati, non lo vogliono. Lo stiamo mantenendo noi cittadini, come senatore a vita. A Teheran non sembra esistano cariche di senatori a vita dispensate dalla Guida Suprema. Un popolo incivile.

Da informazionescorretta