Niente di nuovo tranne il progresso

 

A PROPOSITO DI DISINFORMAZIONE, GUERRA...
NIENTE DI NUOVO TRANNE IL PROGRESSO

 

Nell’undicesimo secolo cominciarono le crociate. Gli anni bui erano alla fine.
Le crociate venivano proclamate dalla Chiesa, finanziate dai mercanti. Potremmo paragonare la funzione della Chiesa in quell’epoca a quella di un governo centrale nella nostra epoca; quanto ai mercanti, sono sempre gli stessi, solo che adesso sono multinazionali, benché anche allora gli interessi dei più potenti tra di loro si ramificassero in vari campi e varie nazioni. Niente di nuovo sotto il sole, dunque? Qualcosa di nuovo c’è, invece. Allora nessuno ci credeva all’obiettivo ideale e religioso delle crociate, tanto che la prima crociata fu indetta dal papa Urbano II con un discorso che di ambiguo o idealistico aveva ben poco: “… Intraprendete il viaggio fino al santo sepolcro, strappate quella terra al popolo infedele e sottomettetela…

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La disinformazione come arma di guerra

 

LA DISINFORMAZIONE COME ARMA DI GUERRA


Un anno dopo l’inizio dei bombardamenti sulla Serbia e il Montenegro, il 23 marzo 2000, in un’intervista al Corriere della Sera il portavoce della NATO, Jamie O’Shea dichiarava che la guerra è un prodotto difficile da vendere.
Questo prodotto poco popolare necessita un supporto pubblicitario e una comunicazione sofisticata, molto al di là della migliore propaganda di guerra. Per ottenere un risultato soddisfacente è  affidato alle agenzie esperte  nel lanciare e creare il  successo di marchi e prodotti ancorandoli all’inconscio collettivo del  pubblico. Oltre a creare l’immagine della buona guerra, è  necessario impiegare utilmente i Media e finalmente, la cosa  più importante, un’ottima campagna di lobbying.  
Lobbying significa fare pressione su personaggi o gruppi politici per ottenere aiuto e appoggio per fare accettare un progetto, una campagna, una guerra. Secondo l’International Herald Tribune del 12 gennaio 2006 nella sola Washington nella famosa Avenue K si trovano con oltre, 30.000 impiegati, le imprese e le compagnie che tentano di influenzare le decisioni del Campidoglio, della Casa Bianca e molte agenzie federali. Sedici società di lobbying sole impiegano più lobbisti che i cento membri del Senato e hanno un fatturato di più di due miliardi di dollari l’anno. Hanno conoscenze fra coloro che contano e  con ogni sistema e forse poca regola tentano di ottenere l’aiuto necessario al cliente.

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La disinformazione in ex Jugoslavia e Kosovo

 

LA DISINFORMAZIONE IN EX JUGOSLAVIA
E KOSOVO

 

Il linguista statunitense Noam Chomsky, nel saggio “Les illusioni necessarie”, scrive che, nei regimi democratici, le illusioni necessarie non possono essere imposte con la forza. Devono essere istillate nella testa della gente con mezzi raffinati…
 
E per creare “le illusioni necessarie” è necessario creare degli scenari credibili. Impiegare una comunicazione aggressiva e avere l’aiuto dei media: in due parole inventare la storia, propagare una disinformazione più credibile della realtà. La disinformazione si sviluppa attraverso la menzogna o l’omissione. In effetti è un nuovo modo di fare la guerra: è la guerra mediatica.
Nell’ ex Jugoslavia i Serbi sono caduti nella trappola della guerra mediatica, che è riuscita a far loro perdere ogni credibilità e li ha totalmente isolati sul piano internazionale. Non si può parlare della disinformazione in Kosovo senza ricordare quanto è successo in ex Jugoslavia prima, di cui il dossier Kosovo ne è una conseguenza.

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